Biblioteca (lettura pubblicata dalla BBT the bhaktivedanta book trust international)



Ritorno a Krishna

La rivista del movimento Hare Krishna

volume 12 n. 3

maggio-giugno 2000

Dio è luce. L'illusione è tenebre. Dove c'è Dio non c'è illusione.















Sri Krsna, la Persona Suprema, insieme alla Sua eterna compagna Radha, è la fonte dell'intero mondo materiale e spirituale.

Sri Caitanya Mahaprabhu, la più magnanima incarnazione di Krsna. Egli ha diffuso il canto del mantra Hare Krsna.

I discepoli di Srila Prabhupada diffondono i Santi Nomi di Krsna attraverso la danza e il canto pubblico.



A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krishna

Srila Prabhupada è arrivato dall'India in Occidente nel 1965, all'età di sessantanove anni, per concretizzare la richiesta del suo maestro spirituale: diffondere la Coscienza di Krishna in tutto il mondo.
In dodici anni ha pubblicato più di sessanta volumi di traduzioni e commenti degli antichi testi vedici, ora distribuiti in tutto il mondo in circa quattrocento milioni di copie.
Viaggiando in Europa, Americhe, Asia, Australia e Africa, Srila Prabhupada ha fondato templi, scuole, centri culturali e comunità agricole.
Ha lasciato questa Terra nel 1977 a Vrndavana, in India, il luogo più caro a Krishna.











La Rivista del Movimento Hare Krishna

RITORNO
A KRISHNA

FONDATA NEL 1944

FONDATORE (sotto la direzione di
Sua Divina Grazia Sri Srimad
Bhaktisiddhanta Sarasvati Prabhupada)
Sua Divina Grazia
A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada

DIRETTORE RESPONSABILE:
Alida D'Ambrosio  Ali Krsna devi dasi

AMMINISTRAZIONE:
Nimai Pandita dasa

ABBONAMENTI:
Visnupriya devi dasi

Per informazione sugli abbonamenti contattare la B.B.T. Italia - Ufficio Abbonamenti  Strada Bonazza, 12  50028 Tavarnelle Val di Pesa (FI)  Tel. (055)8076414 - Fax (055)8076630.

PRONUNCIA: La traslitterazione dei termini in sanscrito di questa rivista è stata eseguita secondo il metodo adottato internazionalmente: a si pronuncia a chiusa; â si pronuncia a lunga e aperta; î si pronuncia i lunga; û si pronuncia u lunga; c è sempre dolce; j si pronuncia g dolce; r si pronuncia ri; s si pronuncia sc come in scena; altrettanto s ma più sibilante; h è sempre aspirata. Krsna si pronuncia Krishna (sh è sc dolce); Caitanya si pronuncia Ciaitanya.

NOMI SPIRITUALI: I membri dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna ricevono uno dei nomi di Sri Krsna o di un Suo devoto, seguito da suffisso dasa al maschile e dasi al femminile che significa servitore o servitrice. Per esempio, il nome Krsna dasa significa servitore di Krsna.

© Bhaktivedanta Book Trust  Tutti i diritti riservati

RITORNO A KRSNA  Pubblicazione registrata presso il tribunale di Milano N° 199 del 13/03/89

Vol. 12 N. 3 - maggio-giugno 2000

Fotolito: Scriba, FI.

Stampa: Zincografica Fiorentina, Pontassieve, FI.

Sped. in Abb. Post. Comma 20/C
Legge 662/96 Filiale Firenze










SOMMARIO
LA POTENZA DEL NOME DI KRSNA
Una lezione di Srila Prabhupada

LA LUCE DELLA GITA (PARTE II)
di Kalakantha Dasa

SRIMAD BHAGAVATAM
La liberazione dall'energia illusoria

TAMBURI E BONGO SPIRITUALI
di Damodara Dasa

ALARNATH
DIMORA DEL DESIDERIO SPIRITUALE
di Bhakti Vikasa Svami

I DIALOGHI DI SRILA PRABHUPADA
Krsna è il fattore unificante

GLI INSEGNAMENTI DI SRI CAITANYA A RUPA GOSVAMI
di Mathuresa Dasa

CALENDARIO VAISNAVA
Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

FESTA DELLA DOMENICA















LA POTENZA DEL NOME DI KRSNA

Cantare il nome del Signore purifica la nostra coscienza
contaminata, origine di tutti i nostri problemi

Una lezione tenuta a Montreal in Canada il 15 giugno 1968
da Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada
Fondatore Acarya dell'Associazione Internazionale per la Coscienza di Krsna



Il movimento per la coscienza di Krsna ha lo scopo di risvegliare la nostra coscienza originale. Ora, a causa della nostra lunga associazione con la materia, la nostra coscienza si è contaminata, proprio come la pioggia si contamina quando cade dalle nuvole.
Originariamente l'acqua è pura, distillata, ma appena cade sulla terra si mescola con molte cose sporche. Nello stesso modo, originariamente, come anime spirituali, la nostra coscienza è incontaminata, ma, a causa della nostra attuale associazione con la materia, diventa contaminata; perciò vi sono molti tipi di coscienza.
La discordia fra le persone è dovuta alla contaminazione delle coscienze. Io penso in un modo, tu pensi in un altro. Perciò non siamo d'accordo; ma originariamente la tua coscienza e la mia erano una sola. Cosa significa "una sola"? Coscienza pura è pensare: "Dio è grande ed io sono il Suo eterno servitore." Questa è coscienza pura.
Non appena vogliamo imitare Dio o divenire artificialmente uno con Lui, inizia la contaminazione. Un verso bengali afferma:

krsnabahirmukha hana bhogavancha kare
nikatastha maya tare japatiya dhare

"Quando un'anima individuale dimentica la sua eterna relazione con Dio e cerca di dominare la natura materiale, questa condizione d'oblio è chiamata maya o illusione." Perciò ora, specialmente in quest'era, la dimenticanza della nostra eterna relazione con Dio è molto forte, ma cantando il suono trascendentale Hare Krsna, il primo risultato è che il nostro cuore o la nostra mente sono purificati da ogni tipo di sporcizia. Questa non è un'affermazione teorica; è un fatto.
Non è difficile cantare il mahamantra Hare Krsna; sebbene esso sia in lingua sanscrita, tutti possono cantarlo. In questa riunione abbiamo cominciato a cantare e voi vi siete uniti a noi. Tutti i miei studenti sono americani. Nessuno di essi è indiano, ma tuttavia hanno imparato il mantra con grande facilità. Non è difficile e non costa niente.
Allora che cos'è Hare Krsna? Hare significa l'energia del Signore e Krsna significa la Suprema Personalità di Dio; perciò è una preghiera. Ci sono solo tre parole - Hare, Krsna e Rama - combinate in sedici parole: Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Vi chiediamo di fissare nella mente queste tre parole: Hare, Krsna, Rama. Tutti possono imparare il mantra a memoria e cantarlo. E' universale.
Se pensate: "Oh, Krsna è il nome di un Dio hindu" - se avete delle obiezioni - allora non c'è bisogno che cantiate Krsna, ma dovete avere un nome per Dio. I Musulmani Lo chiamano Allah, gli Ebrei Lo chiamano Jehovah. Non importa. Il Signore Caitanya afferma che ci sono milioni e bilioni di nomi di Dio. Se pensate che il nome Krsna non sia adatto, potete accettare qualsiasi nome. Non importa. Il nostro scopo è che cantiate il nome di Dio.
E' molto difficile? Non è per niente difficile. Il Signore Caitanya afferma che vi sono innumerevoli nomi di Dio nelle diverse lingue, nei diversi paesi, nelle diverse società ed ognuno di questi nomi ha la potenza di Dio stesso. Dio è Assoluto; perciò non c'è differenza fra il Suo nome e Lui stesso. Nel mondo materiale, il mondo della dualità, c'è differenza fra il nome acqua e la sostanza acqua. Il nome acqua è differente dalla sostanza acqua. Se avete sete e cantate semplicemente: "Acqua, acqua, acqua, acqua", non vi disseterete. Avete bisogno della sostanza acqua. Questa è la natura della materia, ma spiritualmente il nome Krsna o il nome Allah o il nome Jehovah hanno la stessa valenza della Suprema Personalità di Dio.
Potete chiedere perché cantiamo specificatamente Hare Krsna. Questo nome era cantato dal Signore Caitanya, che introdusse questo movimento cinquecento anni fa in India. Seguiamo le orme del Signore Caitanya. Poiché Egli cantava Hare Krsna, noi cantiamo Hare Krsna. Il Signore Caitanya però raccomandava di cantare qualsiasi degli innumerevoli nomi di Dio.
Non ci sono rigide regole per cantare. Non è che per cantare vi dovete preparare o studiare o abituare. No. Abbiamo cominciato a cantare e non eravate preparati, ma vi siete uniti a noi - avete battuto le mani con noi, avete danzato con noi. Non ci sono regole o regolamenti. Semplicemente cantate. E' facilissimo. Mentre camminate potete cantare qualsiasi nome vogliate. A noi piace Krsna e cantiamo sempre Hare Krsna, Hare Krsna, Krsna Krsna, Hare Hare / Hare Rama, Hare Rama, Rama Rama, Hare Hare. Mentre camminate per la strada, andate in autobus è perfino quando lavorate con le mani, potete cantare. Non c'è perdita da parte vostra, non spendete nulla, ma il guadagno è grandissimo. Perché non provate? Questo è ciò che vi chiediamo.



IL BENEFICIO DEL CANTO

Il beneficio è che gradualmente capirete chi siete. Tutta la civiltà moderna si sviluppa secondo l'errata concezione che "Io sono questo corpo". Nello SrimadBhagavatam è detto che: "Colui che va avanti identificando il corpo con il sé non è migliore di un asino o di una mucca." In realtà non siamo il corpo. Se cantiamo il mantra Hare Krsna, possiamo capire chi siamo.
Appena capisco che non sono il corpo, le mie attività cambiano. Ora agisco con l'idea di essere il corpo. Poiché questo corpo è nato in un posto particolare, in un paese particolare dico: "Sono americano", o indiano, o cinese, o tedesco e poiché questo corpo ha una relazione con una donna, accetto questa donna come moglie. Ci sono centinaia di migliaia di donne, ma quella che ha una relazione con questo corpo è mia moglie. Ci sono migliaia e milioni di bambini, ma quello che ha una relazione intima con questo corpo lo chiamo mio figlio. Pertanto se erroneamente ci identifichiamo con questo corpo, anche la nostra identificazione con questo mondo è errata.
La nostra reale identità, come stabilisce la letteratura vedica, è aham brahmasmi: "Io sono Brahman." Questo significa: "Sono un'anima spirituale; non sono materia."
Il concetto errato che io sono il corpo deve essere rimosso. Naturalmente non è possibile per tutti capirlo, ma se lo capisce anche una percentuale della società umana, moltissimi problemi saranno risolti. La soluzione di così tanti problemi è capire aham brahmasmi: "Sono un'anima spirituale."
La Bhagavad-gita spiega come si attua la soluzione. Appena c'è questa realizzazione - aham brahmasmi - le altre cose ne vengono di conseguenza. Brahma bhutah prasannatma: uno diventa subito gioioso. Finché abbiamo il concetto della vita come corpo, non possiamo essere gioiosi. Siamo pieni di ansietà ed appena comprendiamo "Non sono questo corpo; sono un'anima spirituale", diventiamo gioiosi. Non ci sarà ansia.
Siamo pieni di ansia a causa del concetto della vita come corpo. Pensate ad un uomo che possiede una macchina molto costosa. Mentre guida, è attento ad evitare qualsiasi incidente che possa danneggiare la macchina. E' così in ansia. Un uomo che cammina per la strada invece non soffre della stessa ansia. Perché l'uomo che guida la macchina è così preoccupato? Perché si è identificato con la macchina. Se la macchina è danneggiata in un incidente, pensa: "Oh, la mia macchina è rovinata; sono finito."
Sebbene egli sia diverso dalla macchina, pensa così a causa di questa errata identificazione. Nello stesso modo, poiché ci identifichiamo erroneamente con il corpo, abbiamo così tanti problemi. Pertanto se vogliamo risolvere i problemi della vita, dobbiamo capire che cosa siamo. Se non ci poniamo questa domanda, dobbiamo sapere che tutto ciò che facciamo è destinato al fallimento, perché stiamo agendo con una coscienza errata.
Nello SrimadBhagavatam è detto: parabhavas tavad abhodajatah. Abodhajatah si riferisce ad uno nato sciocco. Ognuno di noi è nato sciocco. Perché? Perché fin dall'inizio della vita pensiamo: "Io sono questo corpo", sebbene non siamo questo corpo. Perciò, secondo la civiltà vedica, uno deve prendere una seconda nascita. Una nascita è resa possibile dal padre e dalla madre. Quella è considerata una nascita animale. Janmana jayate sudrah. Ognuno per nascita è un sudra, cioè appartenente alla classe più bassa, ma samskarad bhaved dvijah: "Con questa nuova formazione, uno diventa natodue volte." E che cos'è questa nuova formazione? Uno può capire che cosa egli è. Poi, vedapathad bhaved viprah: "Dopo la seconda nascita, colui che cerca di comprendere la scienza spirituale, la scienza di Dio, è chiamato un vipra."
Vipra significa "che ha una perfetta conoscenza". Infine, brahma janatiti brahmanah: "Quando uno comprende di essere Brahman, un'anima spirituale, allora diventa un brahmana. "Forse avete sentito che in India i brahmana sono ritenuti gli uomini più importanti della società. Perché? Perché essi sanno: "Io sono Brahman, non sono materia."
Comprendendo il Brahman, la vostra posizione sarà prasannatma, "piena di gioia." Na socati na kanksati: non vi lamenterete mai di alcuna perdita, né bramerete alcun cosiddetto guadagno. Samah sarvesu bhutesu: vedrete ogni essere vivente allo stesso livello. Madbhaktim labhate param: in questo stato di realizzazione si può comprendere Dio e la nostra relazione con Lui.



COMPRENDERE
LA NOSTRA IDENTITA'

Questo movimento per la coscienza di Krsna ha lo scopo di farci comprendere chi siamo. La risposta, naturalmente, è molto semplice. L'altro giorno tenevo una lezione in una scuola di dottrina.
Feci venire avanti un ragazzino ed indicando le diverse parti del suo corpo, gli chiesi: "Che cos'è questa?" Egli rispose: "E' la mia mano, è la mia testa, è la mia gamba, è il mio corpo, è la mia camicia, è la mia..." Allora gli chiesi: "Dove sei tu? Stai dicendo 'mio, mio, mio', ma dove sei tu?"
Ognuno di noi può capire chi è. Se tu chiedi a te stesso, "Sono questa mano?" risponderai: "No, questa è la mia mano. "Sono questa gamba?" "No, questa è la mia gamba." "Sono questa testa?" "No, questa è la mia testa." Allora, dove sei tu? Tu sei la persona che dentro di sé pensa: "Questa è la mia mano, questa è la mia testa, questa è la mia gamba, questa è la mia camicia, questo è il mio cappotto." Però hai mai visto questa persona? Tu pensi di aver visto tuo padre, tua madre, tuo figlio, ma hai visto il vero padre all'interno del corpo del padre? Hai visto il vero figlio all'interno del corpo del figlio? No.
Allora l'intero tuo concetto di vita e dei problemi di questo mondo è errato. Perciò questo movimento è necessario oggi. Cetodarpanamarjanam: il canto Hare Krsna purificherà la vostra mente. Bhavamahadavagninirvapanam: non appena riesci a comprendere te stesso, allora tutti i problemi - sociali, politici, economici ed ogni altro - saranno risolti. Sreyahkairavacandrikavitaranam:
e gradualmente realizzerete la vostra vita trascendentale. La vostra vita trascendentale è piena di gioia. Anandamayo 'bhyasat. Questa è la nostra natura. Noi desideriamo profondamente una vita piena di gioia, di felicità, ma non sappiamo come procurarcela. La nostra gioiosità è coperta dal nostro modo materiale di comprendere. Dobbiamo eliminare questa comprensione materiale; allora diverremo nuovamente felici.



LA NECESSITA'
DI UN'AUTORITA'

Questo movimento è veramente scientifico. Abbiamo delle autorevoli asserzioni. Non potete rifiutare di obbedire alle autorità. Dall'inizio della vita, quando eri un bambino, chiedevi ai tuoi genitori: "Madre, padre, che cos'è questo?" Non puoi fare neanche un passo senza essere guidato da un'autorità. Sei guidato dall'autorità. Guidi la macchina rispettando le norme: "Tieni la destra." Perché? Perché non ti rifiuti di obbedire?
Dobbiamo obbedire all'autorità. La difficoltà sta però nello stabilire chi è l'autorità. Dobbiamo capire chi è realmente l'autorità. Autorevole è colui che non fa sbagli, non ha illusioni, non inganna e i suoi sensi sono perfetti. Questa è la definizione di autorità. Un'anima condizionata è sicura di commettere errori. Per quanto possa essere saggia, per quanto possa essere avanzata, deve commettere errori. Perciò diciamo: "Errare è umano." Tutti siamo soggetti all'illusione ed abbiamo la propensione ad ingannare.
Perfino un bambino vuole ingannare. La madre chiede: "Oh, che cos'hai in mano?" Il bambino dice: "No, mamma, niente", sebbene la madre veda che ha qualcosa in mano. Quindi la propensione ad ingannare c'è.
Soprattutto i sensi sono imperfetti. Sei orgoglioso dei tuoi occhi. "Voglio vedere." Cosa puoi vedere? Se la luce è spenta, la tua capacità di vedere sparisce immediatamente. Se non c'è il sole, la tua capacità di vedere è nulla. Possiamo vedere solo in certe condizioni; perciò la nostra capacità di vedere è imperfetta.
Non puoi ottenere una conoscenza perfetta con sensi imperfetti, con uno sforzo speculativo. Devi accettare l'autorità. Quando vuoi sapere chi è tuo padre, l'autorità è tua madre. La madre dice: "Ecco tuo padre." Devi accettare. Non puoi fare delle ricerche. Tua madre è l'autorità ultima per dirti chi è tuo padre.
Nello stesso modo dobbiamo accettare un'autorità per ottenere una vera conoscenza. Se l'autorità non è un'anima condizionata, se è un'anima liberata, se non è un imbroglione, se i suoi sensi non sono imperfetti, se non fa sbagli, se non è in illusione - se ricevi la conoscenza da quella autorità, allora la tua conoscenza è perfetta. Questo è il processo.
Abbiamo una letteratura autorevole: la letteratura vedica. Puoi metterla alla prova con i tuoi ragionamenti, con le tue discussioni, con le tue dispute filosofiche - con tutto. La religione, senza una base filosofica, senza una base scientifica, è sentimento. La religione basata sulla filosofia e sulla scienza è giusta.
La Bhagavad-gita è un libro autorevole. Risponde facilmente a tutte le domande, a tutte le ricerche, a tutti i dubbi. Per esempio, in uno dei passi della Bhagavad-gita, il Signore Krsna dice:

sarvayonisu kaunteya
murtayah sambhavanti yah
tasam brahma mahad yonir
aham bijapradah pita

La letteratura vedica afferma che ci sono 8.400.000 specie di vita: acquatiche, piante, alberi, vermi, germi, uccelli, bestie e alla fine la specie umana. Così Krsna dice: "Io sono il padre che dà il seme della vita a tutti gli esseri viventi." Se capisci questo verso, allora puoi avere una qualche idea della fratellanza universale. Se vuoi realizzare una fratellanza universale, devi trovare il centro - il padre universale.
Queste domande e risposte si trovano nella Bhagavad-gita. Inoltre noi abbiamo l'insegnamento della scienza di Dio: lo SrimadBhagavatam. Questi libri sono destinati alla società umana. Se ti avvali della conoscenza impartita in essi e canti il mantra Hare Krsna, vedrai come la tua vita migliorerà, come diventerai ricco di conoscenza, pieno di beatitudine e come avanzerai nella vita eterna.
Grazie molte.















La luce della Gita

Un sommario della Bhagavadgita (parte II)

di Kalakantha Dasa

Kalakantha Dasa scrive, gestisce un negozietto e dirige la Fondazione Mayapur negli U.S.A. Egli e sua moglie, ambedue discepoli di Srila Prabhupada, vivono con le loro due figlie a Gainsville in Florida. Questo riassunto insieme alla versione poetica in 700 versi della Gita, di Kalakantha Dasa sarà pubblicato l'autunno prossimo dalle edizioni Torchlight, col titolo Bhagavad-gita — Il canto del Signore.

"Sono la fonte di tutti i mondi,
spirituali e materiali. Tutto
emana da Me. I saggi che
conoscono perfettamente
questa verità Mi servono con
devozione e Mi adorano
con tutto il loro cuore." (10.8)



CAPITOLO 10: Come vedere e servire Dio.


Sri Krsna ha consigliato ad Arjuna di diventare Suo devoto. Ora Krsna gli dice come farlo. Grandi commentatori considerano i versi dall'otto all'undici di questo capitolo l'essenza della Bhagavadgita. In questi quattro versi basilari, Krsna descrive come i Suoi devoti pensano a Lui e godono della relazione con Lui.
Arjuna allora chiede come dovrebbe pensare a Sri Krsna ed Egli dedica il resto del capitolo a rispondere a questa domanda. Dice che Lo si può percepire in tutte le più grandi e potenti cose create.
Fra le stelle Egli è la luna; fra i pesci, lo squalo. Dopo aver elencato molti di questi paragoni, Sri Krsna ricorda ad Arjuna che qualsiasi cosa una persona possa percepire con i sensi materiali, riguarda solo la parte inferiore e materiale della Sua creazione.



CAPITOLO 11: La forma terrificante di Dio


Felice di sentire la presenza di Sri Krsna in così tanti modi, Arjuna ora chiede a Krsna di mostrargli il Suo aspetto conosciuto come forma universale, che comprende l'intera creazione materiale. Poiché l'universo materiale proviene da Krsna, esso è ancora un'altra delle Sue forme.

Krsna fornisce Arjuna di occhi divini per vedere questa manifestazione mai prima mostrata. Una visione abbagliante improvvisamente sopraffà Arjuna. La potente brillante radiosità, lo spaventa come se minacciasse di incendiare tutta la creazione. Arjuna diventa sempre più terrorizzato, mentre la bocca della forma universale - l'onnipotente mortale distruttore - divora i guerrieri riuniti e tutti gli altri. Arjuna grida: "Chi sei?" La risposta di Krsna (versi 1132) è il famoso verso della Bhagavadgita citato dallo scienziato Robert Oppenheimer mentre guardava l'esplosione della prima bomba atomica nel deserto del Nuovo Messico: "Io sono il Tempo, il grande distruttore dei mondi..."

Avendo visto l'illimitato potere micidiale di Krsna, Arjuna vede Krsna sotto una nuova luce e chiede di rivedere la Sua forma amica e familiare. Quando Krsna riappare nella Sua forma originale, assicura Arjuna che potrà vederLo sempre in questa forma più attraente.



_Mio caro Arjuna, soltanto con una
totale dedizione al Mio servizio
posso essere conosciuto così come
sono, in piedi di fronte a te, e posso
essere visto direttamente. Soltanto
così è possibile penetrare il
mistero della Mia Persona."
(11.54)



_Dio, la Persona Suprema, disse:
'Coloro che fissano la mente sulla
Mia forma personale, e sono
sempre impegnati nell'adorarMi
con un'ardente fede spirituale,
sono considerati da Me i più
perfetti.'"
(12.2)



CAPITOLO 12: La perfezione attraverso l'amore per Dio


La forma universale di Sri Krsna riempì Arjuna di sgomento e di paura, ma Krsna preferisce l'amore dei Suoi devoti. Così in questo capitolo, il più breve della Bhagavadgita, Sri Krsna approfondisce il tema affrontato alla fine del Capitolo undici: il bhaktiyoga o personale servizio devozionale a Lui. Krsna fissa questo punto subito dopo aver mostrato la sua forma universale, temendo che Arjuna o chiunque altro possa erroneamente ritenere la spaventosa forma universale come la Sua manifestazione fondamentale.
Il capitolo comincia con Arjuna che fa domande sul valore del bhaktiyoga in confronto alla realizzazione del Brahman, manifestazione impersonale di Sri Krsna. Krsna definisce il Brahman un percorso valido ma difficile, mentre invece promette di liberare personalmente il fedele bhakta.
Poi Krsna valuta diversi metodi di vita spirituale. Egli dichiara che pensare a Lui spontaneamente, per amore, è il migliore. Per coloro che non hanno questo amore, la pratica del bhaktiyoga regolato viene subito dopo. Per coloro che rifiutano la bhakti, lavorare per Krsna è il metodo successivo, seguito dall'impegnarsi in qualche azione caritatevole. Krsna conclude il capitolo descrivendo le molte attraenti qualità del Suo puro devoto.



CAPITOLO 13: Il corpo, l'anima e l'Anima Suprema


Questo capitolo, che inizia la terza ed ultima parte della Bhagavadgita, è dedicato al jnanayoga o conoscenza di Dio che conduce al servizio devozionale a Lui. Arjuna pone domande sul corpo, sull'anima, sull'Anima Suprema e sul significato e l'oggetto della conoscenza. Krsna rinvia Arjuna al Vedantasutra, un fondamentale testo vedico, per una completa definizione dell'anima e della materia. Poi gli riferisce il Suo riassunto spiegando che sia l'anima sia l'Anima Suprema si trovano nel corpo,
veicolo fatto di materia inerte. L'anima conosce solo il suo corpo, ma l'Anima Suprema si trova in tutti i cuori e conosce le sofferenze e le gioie di ognuno. L'anima, mentre persegue la speranza illusoria di godere della materia, incontra un'infinita varietà di corpi e soffre e gioisce attraverso essi. L'Anima Suprema accompagna l'anima in questo doloroso viaggio. Sri Krsna conclude dicendo che coloro che capiscono la realtà della loro situazione ottengono la liberazione dai legami della materia.



"O discendente di
Bharata, come un unico
sole illumina l'intero
universo, così l'anima
spirituale, una nel
corpo, illumina con la
coscienza il corpo
intero."
(13.34)



CAPITOLO 14: Al di là delle tre influenze


Sri Krsna ha appena spiegato che la materia irretisce l'anima causandole sofferenza. Ora approfondisce. La materia esercita un controllo sull'anima attraverso tre qualità o influenze: virtù, passione e ignoranza. Nei capitoli precedenti Krsna fa spesso riferimento a queste tre influenze. In questo capitolo le spiega in dettaglio. Un ulteriore chiarimento sulle influenze prosegue nei capitoli diciassette e diciotto.
Krsna inizia identificandoSi con il padre di tutti gli esseri viventi. Poi definisce le tre influenze, la loro relazione con l'anima e le loro caratteristiche generali. Successivamente descrive i risultati delle azioni compiute sotto ciascuna delle tre influenze, sia nel presente immediato sia in termini di vite future. Poi consiglia Arjuna di imparare a trascendere le influenze della natura. Arjuna chiede come una persona possa trascendere queste influenze e come riconoscere una persona che lo abbia fatto.
Sri Krsna risponde ad ambedue le domande e conclude il capitolo dichiarando di essere Lui la base dell'esistenza spirituale, al di là delle influenze.



_Sappi, o figlio di Kunti, che tutte le specie di vita hanno origine nella natura
materiale, e Io ne sono il padre che
dà il seme."
(14.4)



CAPITOLO 15: Il supremo yoga personale


Krsna inizia questo capitolo con un'allegoria che paragona il mondo materiale ad un albero baniano. In India e in altri climi tropicali gli alberi baniani a volte diventano enormi. Essi fanno cadere le radici dai rami e le radici formano nuovi tronchi con nuovi rami e radici. Gli alberi baniani possono coprire vari ettari e trovare da dove cominciano può essere molto difficile. La pianta allegorica ha radici che vanno verso l'alto e rami che vanno verso il basso. Un albero così esiste solo in un'immagine riflessa, come sulla superficie di un lago e questo è il significato dell'allegoria. Si può cercare di afferrare una mela riflessa su un albero riflesso e finire con niente altro che un braccio bagnato.
Nello stesso modo, il mondo materiale riflette quello spirituale, dimora di Krsna, e ne cattura la forma e i colori ma non la sostanza. Il naturale amore dell'anima per Dio va nella direzione sbagliata e viene imprigionato nelle foglie e nei rami temporanei di questo albero materiale riflesso. Sri Krsna consiglia Arjuna a recidere la sua relazione con esso. Dopo aver fatto questo, Krsna dice, si raggiunge la Sua dimora. A differenza del buio mondo materiale, là domina la luce senza l'ausilio del sole o dell'elettricità. Una persona incantata dal mondo materiale perde la possibilità di tornare nel mondo spirituale ed è costretta a rinascere.

Come affermato prima, distacco dalla materia e attaccamento a Sri Krsna sono la stessa cosa. Così per il beneficio di Arjuna, Krsna descrive nuovamente Se stesso. Nel verso 15 Krsna descrive specificatamente la Sua intima relazione con ciascuna anima ed anche la Sua presenza nelle scritture. Concludendo il capitolo, Krsna spiega che conoscendoLo veniamo impegnati in yoga con la Persona Suprema.




_Questa Mia suprema dimora non è
illuminata né dal sole né dalla luna,
né dal fuoco né dall'elettricità.
Coloro che la raggiungono non
tornano mai più in questo mondo."
(15.6)



CAPITOLO 16: Il divino e il demoniaco


All'inizio della Bhagavadgita Krsna aveva fatto una distinzione fra l'anima e il corpo. Poi ha introdotto le influenze della natura e i loro vari effetti sulle anime incarnate. Seguendo la richiesta di Arjuna, ha spiegato come trascendere le influenze della natura. Ora descrive le azioni di una persona soggetta alle influenze inferiori - i rami più bassi dell'albero baniano del capitolo quindici - in confronto alle azioni di uno che ha trasceso le tre influenze.
Dopo aver riassunto le qualità divine proprie di coloro che hanno superato anche l'influenza della virtù, Sri Krsna dà in dettaglio le qualità dei demoni, che agiscono solo sotto l'influsso della passione e dell'ignoranza. Sporcizia, orgoglio, ateismo, azioni disoneste e ricerca costante del piacere sessuale caratterizzano tali persone. Il loro punto di vista ostinatamente errato, li porta a costruire terribili armi distruttive. Aspirano solo a gratificare in ogni modo i sensi pur facendo mostra di attività caritatevoli e religiose. Alla fine ingiuriano e deridono la vera religione. Sri Krsna dice che la loro destinazione sarà una vita infernale nelle specie subumane. Pertanto una persona saggia abbandona la lussuria, la collera e la cupidigia - le tre porte dell'inferno. Attenendosi alle scritture questa persona evita il destino dei demoni.



_Chi invece rifiuta le ingiunzioni delle
Scritture per agire secondo il
proprio capriccio non raggiunge né
la perfezione, né la felicità, né la
destinazione suprema."
(16.23)



CAPITOLO 17: Fede, cibo e sacrificio


Dopo aver sentito parlare sia dei seguaci sia dei detrattori delle scritture, Arjuna ora fa domande sulle persone che adorano Dio senza far riferimento alle scritture. Tali persone hanno fede, ma non basandosi sulle scritture, possono adorare uomini o deva. Arjuna vuole conoscere la loro destinazione. Sri Krsna risponde che se la fede non è guidata dalle scritture è ancora un prodotto delle tre influenze della natura. Le influenze della natura determinano il modo in cui uno mangia, adora, compie i sacrifici, le penitenze e la carità. Dopo aver esposto dettagliatamente tutte queste attività sotto le tre differenti influenze, Sri Krsna spiega l'approccio trascendentale. Colui che offre ogni sacrificio, penitenza o carità al Signore Supremo, supera le influenze dei modi della natura. Perciò le anime sagge iniziano qualsiasi sacrificio cantando om tat sat, riferendosi alla Suprema Verità Assoluta. Recitare qualsiasi nome del Signore Supremo ha lo stesso effetto.
Sri Krsna conclude che qualsiasi cosa fatta senza lo sforzo di soddisfare il Supremo non è niente altro che l'agitarsi di un'anima condizionata. Non ha valore.



"L'austerità della
parola consiste
nell'usare un linguaggio veritiero,
gradevole, benefico, teso a non
agitare gli altri, e
anche nel recitare
regolarmente i
Testi vedici."
(17.15)



CAPITOLO 18: Rompere i legami della materia


Questo capitolo, il più lungo della Bhagavadgita, riassume gli insegnamenti dell'intero testo. Arjuna ha appena udito gli effetti delle tre influenze della natura e l'importanza di offrire le proprie azioni a Dio. Sri Krsna aveva respinto il suo proposito superficiale di rinunciare abbandonando il campo di battaglia. Ora Arjuna chiede come rinunciare veramente alle cose del mondo per dedicare le proprie azioni al servizio di Dio. Sri Krsna analizza la rinuncia secondo la virtù, la passione e l'ignoranza, i tre modi della natura. Sebbene Krsna approvi il distacco dai frutti dell'azione, Egli specifica che nessuno trae beneficio dalla rinuncia al sacrificio, alla penitenza e alla carità. Per mostrare ad Arjuna perché la rinuncia abbia un senso, Sri Krsna identifica cinque fattori - per lo più al di là del controllo di Arjuna - che determinano il risultato di qualsiasi azione. Prosegue valutando l'azione, l'autore, la conoscenza, la determinazione, la comprensione e la felicità, tutto in accordo alle tre influenze della natura. Sri Krsna dichiara per sommi capi che nessuno nell'universo è esente dall'influenza dei tre modi.
Per chiarire l'influenza dei modi sulla società umana, Sri Krsna descrive il sistema del varnasrama o organizzazione sociale illuminata. I brahmana (sacerdoti) sono sotto l'influsso della virtù, gli ksatriya (guerrieri) della passione, i vaisya (contadini e commercianti) di un misto di passione e di ignoranza e i sudra (operai) dell'ignoranza. Le designazioni del varnasrama sono determinate dall'inclinazione e non dalla nascita (come nel sistema delle caste oggi in India). Sebbene le persone abbiano inclinazioni diverse, qualsiasi individuo può diventare perfetto perseguendo la rinuncia col servizio a Sri Krsna. Egli spiega esattamente come farlo e i sintomi di uno che l'ha fatto.
Ora Sri Krsna si appresta a concludere la Bhagavad-gita dichiarando che il suo servitore verrà a Lui e sarà protetto in ogni circostanza. Egli dice bruscamente ad Arjuna che smettere di combattere sarebbe il modo sbagliato di rinunciare e che la sua natura lo spingerebbe a combattere comunque. Consigliando una completa resa al Suo volere e promettendogli la Sua completa protezione, Sri Krsna alla fine dice ad Arjuna di scegliere la sua linea d'azione.
Krsna ha descritto numerose scelte per Arjuna. Ha tracciato il sentiero della pietà, dello yoga mistico e del jnana (conoscenza). Per mezzo di tutti questi metodi, Egli ha costantemente messo in evidenza la suprema importanza di combattere da parte di Arjuna come un'espressione di resa a Lui. Sebbene Sri Krsna abbia anche dichiarato e mostrato la Sua divinità onnipotente, conclude dicendo ad Arjuna che ora la scelta è sua. Benedice gli oratori e gli ascoltatori della Bhagavadgita e chiede ad Arjuna se ora le sue illusioni sono scomparse.
Arjuna enfaticamente risponde: "Sì!" e Sanjaya, il narratore dotato di poteri visivi mistici, conclude la Gita con espressioni di gratitudine personale e di estasi. Nel suo stato di rapimento deve rivelare anche la dura verità del risultato della battaglia al suo signore cieco, Dhrtarastra.



_Lascia ogni forma di religione e abbandonati
a Me. Io ti libererò da tutte le reazioni del
peccato. Non temere."
(18.66)















Srimad-Bhagavatam

IL GIOIELLO DELLE SCRITTURE VEDICHE

La liberazione
dall'energia illusoria

Abbiamo un grande piacere nel pubblicare la versione inedita in lingua italiana dello SrimadBhagavatam, undicesimo canto, la parte conclusiva del grande classico della spiritualità compilato cinquemila anni fa da KrsnaDvapayana Vyasa, tradotto dall'originale sanscrito da Sua Divina Grazia A. C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada, e completato dai suoi discepoli. Lo SrimadBhagavatam, l'essenza di tutte le Scritture Vediche, è la scienza spirituale che ci permette di conoscere non solo la sorgente ultima di ogni cosa, l'Essere Supremo, ma anche la relazione che ci unisce a Lui, e spiega inoltre che il nostro dovere è di agire per migliorare la società umana sulla base di questa conoscenza infallibile. Chi fosse interessato all'intera opera può contattare la Bhaktivedanta Book Trust Italia.



SrimadBhagavatam, Canto 11,
Capitoli 2; 3



VERSO 55


visrjati hrdayam na yasya saksad
dharir avasabhihito 'py
aghaugha-nasah
pranaya-rasanaya
dhrtanghri-padmah
sa bhavati bhagavata-pradhana
uktah

visrjati: lascia; hrdayam: il cuore; na:
mai; yasya: del quale; saksat:
personalmente; harih: il Signore Hari; avasa:
incidentalmente; abhihitah: chiamato; api: anche
se; agha: di peccati; ogha: mucchi; nasah: che
distrugge; pranaya: dell'amore; rasanaya: dalle
corde; dhrta: trattenuto; anghri-padmah: i Suoi
piedi di loto; sah: egli; bhavati: è;
bhagavata-pradhanah: il più grande devoto;
uktah: chiamato.



TRADUZIONE

Dio, la Persona Suprema, è così gentile con
le anime condizionate che se esse Lo
chiamano pronunciando il Suo santo nome,
anche senza intenzione o indipendentemente
dalla loro volontà, il Signore è pronto a
distruggere innumerevoli reazioni colpevoli
presenti nel loro cuore. Perciò, quando un
devoto che ha preso rifugio ai piedi di loto
del Signore canta il santo nome di Krsna
con amore genuino, Dio, la Persona
Suprema, non può più abbandonare il suo
cuore. Chi è riuscito a fare prigioniero nel
suo cuore il Signore Supremo dev'essere
considerato un bhagavata-pradhana, il più
elevato tra i devoti del Signore.



SPIEGAZIONE

Secondo Srila Sridhara Svami, questo verso
descrive l'essenza delle qualità di un puro
devoto. Il puro devoto è colui che ha attratto a
tal punto il Signore col proprio amore, che il
Signore non riesce più a lasciare il suo cuore.
Secondo Srila Jiva Gosvami, la parola saksat in
questo verso indica che un puro devoto ha
realizzato la conoscenza di Dio, la Persona
Suprema, perché ha dato il suo cuore al Signore
Supremo, Krsna, che è infinitamente
affascinante e possiede al completo le sei
perfezioni, inclusa la bellezza. Un puro devoto
non può mai essere attratto da quelle borse di
carne che sono i seni di una donna, o dalle
allucinazioni della presunta società, dell'amicizia
e dell'amore presenti nel mondo materiale.
Perciò il suo cuore puro diventa una degna
dimora per il Signore Supremo. Una persona
distinta vivrà soltanto in un posto pulito, e si
rifiuterà di abitare in un luogo inquinato e
contaminato. Le persone colte dei Paesi
occidentali oggi protestano vivacemente per
l'inquinamento dell'acqua e dell'aria causato dalle
fabbriche e dalle industrie urbane. La gente
reclama il diritto di vivere in un posto pulito.
Analogamente, Sri Krsna, il supremamente
distinto, non vorrà vivere in un cuore inquinato,
né apparirà nella mente contaminata di un'anima
condizionata. Quando il devoto si sottomette a
Sri Krsna e diventa un amante del Signore con
la realizzazione della Sua natura infinitamente
affascinante, il Signore stabilisce la Sua residenza
nel cuore e nella mente pura di questo puro
devoto.
Secondo Srila Jiva Gosvami, ya
etadrsa-pranayavams tenanena tu sarvada
paramavasenaiva kirtyamanah sutaram
evam evaghaughanasah syat. Se il devoto,
direttamente o indirettamente si assorbe nel
servizio d'amore trascendentale a Krsna, è sempre impegnato a
glorificare il Signore con un servizio d'amore
trascendentale. Perciò, anche se canta il santo
nome di Krsna con un'attenzione inadeguata per
il fatto di essere impegnato nel servizio del
Signore, la misericordia di Krsna purifica il suo
cuore da ogni reazione dovuta alla colpa. Com'è
affermato nello Srimad-Bhagavatam (2.1.11):

etan nirvidyamananam
icchatam akuto-bhayam
yoginam nrpa nirnitam
harer namanukirtanam

"O re, il canto del santo nome del Signore, che
segue la via tracciata dalle grandi autorità, è per
tutti la strada del successo, libera dal dubbio e
dalla paura, sia per coloro che hanno lasciato
ogni desiderio materiale sia per coloro che
desiderano ogni piacere materiale, e perfino per
coloro che sono soddisfatti nel sé grazie alla
conoscenza trascendentale." Perciò, se una
persona che non è ancora arrivata al livello del
servizio d'amore e della devozione canta il santo
nome di Krsna, sarà anch'essa liberata
gradualmente da tutte le reazioni del peccato.
Nel sesto Canto dello Srimad-Bhagavatam,
nel commento alla storia di Ajamila, Srila
Prabhupada ha spiegato nei particolari la potenza
del santo nome che può purificare anche una
persona ordinaria.
Srila Visvanatha Cakravarti Thakura ha ben
spiegato il metodo che permette di arrivare a
controllare il Signore Supremo. Madre Yasoda
legò il piccolo Krsna a un mortaio usando una
corda, e Krsna, attratto dall'inconcepibile amore
dei Suoi devoti, Si lasciò legare. Perciò, sebbene
Sri Krsna leghi tutte le anime condizionate con
le catene della Sua energia illusoria, maya, se
queste stesse anime condizionate diventeranno
puri devoti del Signore, potranno a loro volta
legare Krsna con le catene dell'amore per Dio.
Secondo Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati
Thakura tutte le condizioni infauste di questo
mondo, che sono dovute alle attività colpevoli,
possono venire immediatamente sradicate dal
canto del santo nome del Signore. Dio, la
Persona Suprema, non lascia mai il cuore di
coloro che abbandonano ogni comportamento
colpevole, e cantano il Suo santo nome. Perfino
nel caso in cui questo canto non sia perfetto, i
devoti che si mantengono fissi nel servizio del
Signore arriveranno gradualmente allo stadio di
prema-nistha, la stabilità nell'amore di Dio.
Allora potranno essere considerati
maha-bhagavata, puri devoti del Signore.


Termina così il commento degli umili servitori
di Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta
Swami Prabhupada al secondo capitolo
dell'undicesimo Canto dello
Srimad-Bhagavatam intitolato: "Maharaja
Nimi incontra i nove Yogendra".










CAPITOLO 3



La liberazione
dall'energia illusoria


Rispondendo alle quattro
domande espresse da Maharaja
Nimi, questo capitolo illustra la
natura e le attività della potenza
illusoria (maya), il metodo per
liberarsi dalla sua insormontabile
presa, la posizione trascendentale
del Signore Supremo, Narayana,
e il metodo del karma-yoga,
grazie al quale è possibile liberarsi
da tutte le attività materiali.
Dio, la Persona Suprema, la
causa originale di tutte le cause,
creò i cinque elementi materiali, a
partire dai quali vengono creati i
corpi materiali delle anime
condizionate allo scopo di
permettere loro di coltivare la
gratificazione dei sensi oppure di
raggiungere la liberazione
suprema. Nella forma di Anima
Suprema il Signore entra nei corpi
materiali degli esseri creati e
rende attivi gli undici sensi
dell'anima condizionata. Questa,
nella sua ignoranza, crede di
essere il corpo materiale creato, e
s'impegna così in varie attività
interessate. Spinta dalle reazioni
delle proprie attività, rinasce
ripetutamente in varie specie di
vita trovandosi così a dover
subire grandi sofferenze, fino al
momento della dissoluzione
cosmica. Quando questa
distruzione è imminente, l'anima
della forma universale ritira l'intera
creazione materiale in Se stessa, e
poi rientra nella causa originale di
tutte le cause. In questo modo il
Signore concede alla Sua potenza
illusoria, costituita dalle tre
influenze della natura materiale, il
potere necessario alla creazione,
al mantenimento e alla distruzione
dell'universo materiale.
Accettando il ruolo di maschio o di femmina in
questo mondo materiale, le anime condizionate si
uniscono in relazioni sessuali. Benché si
impegnino costantemente in sforzi materiali tesi
ad eliminare l'infelicità e ad accrescere
illimitatamente il proprio piacere, esse
inevitabilmente ottengono il risultato opposto.
La felicità permanente non si trova in questo
mondo né al livello della Terra né sui pianeti
celesti che si possono raggiungere in vite
successive dopo aver compiuto cerimonie rituali
e sacrifici. Sia sulla Terra sia in paradiso l'essere
vivente è tormentato dall'ostilità e dalla rivalità
altrui.
Chiunque desideri seriamente trovare un sollievo
permanente alle sofferenze dell'esistenza
materiale dovrebbe prendere rifugio ai piedi di
loto di un maestro spirituale autentico. La
qualifica principale di un guru autentico consiste
nell'aver compreso e realizzato le conclusioni
delle Scritture vediche e nella capacità raggiunta
di convincere altri di queste conclusioni. Queste
grandi personalità, che hanno preso rifugio nella
Divinità Suprema, lasciando da parte ogni
considerazione materiale, devono essere
considerati maestri spirituali autentici.
Accettando il maestro spirituale autentico come
la propria vita stessa, il discepolo sottomesso
dovrebbe ascoltare da lui il metodo del puro
servizio devozionale che soddisfa il Signore
Supremo. Così, seguendo la via del servizio
devozionale, il discepolo sviluppa gradualmente
tutte le buone qualità.
Bisogna ascoltare, glorificare e meditare sulle
meravigliose attività, sulle apparizioni, sulle
qualità e sui santi nomi trascendentali del
Signore. Tutto ciò che consideriamo piacevole o
degno, dovremmo offrirlo immediatamente al
Signore Supremo; perfino la moglie, i figli, la
casa e la nostra stessa forza vitale, tutto
dovrebbe essere offerto ai piedi di loto di Dio, la
Persona Suprema. Bisogna servire il prossimo e
anche accettare istruzioni ricevute da altri. In
particolare, bisogna servire e accettare istruzioni
da coloro che sono puri devoti di Dio, la
Persona Suprema.
Cantando in compagnia dei devoti le glorie di
Dio, la Persona Suprema, si trova la felicità e la
soddisfazione e si sviluppa una relazione di
affetto con i devoti. Questo ci permette di
abbandonare la gratificazione materiale dei sensi,
che è la causa di ogni sofferenza. Quando il
devoto raggiunge il livello del puro amore per
Dio, sentirà i peli del suo corpo rizzarsi, e
manifesterà vari sintomi d'estasi; incontrerà
personalmente il Signore Supremo e si riempirà
di gioia trascendentale. Imparando la scienza del
servizio devozionale ed impegnandosi
praticamente nel servizio devozionale del
Signore, il devoto raggiungerà così il livello
dell'amore per Dio. Quando si dedica
completamente a Dio, la Persona Suprema,
Narayana, il devoto supera facilmente l'energia
illusoria, maya, che è estremamente difficile da
superare.
Dio, la Persona Suprema, è la causa della
creazione, del mantenimento e della distruzione
dell'universo, eppure Egli non ha causa all'infuori
di Se stesso. Situato all'interno del mondo
materiale, temporaneo e in costante mutamento,
il Signore Supremo rimane comunque eterno e
immutabile. Egli non può essere concepito col
solo aiuto della mente e dei sensi perché
trascende la manifestazione del mondo materiale,
la quale viene ad esistere come causa sottile ed è
l'effetto materiale visibile nella manifestazione
degli oggetti materiali grossolani. Benché Egli sia
originalmente Uno, grazie all'espansione della
Sua potenza illusoria (maya) Egli appare in
molte forme differenti. E' sempre libero dalla
nascita, dalla crescita, dal decadimento e dalla
morte, ed è l'Anima Suprema, il testimone
onnipervadente che percepisce la mentalità di
tutti gli esseri viventi. Egli è il Brahman Supremo,
conosciuto come Narayana.
Quando ci si impegna seriamente nel servizio
devozionale ai piedi di loto del Signore,
Narayana, i desideri impuri che allignano nel
cuore a causa delle azioni precedenti compiute
nell'ambito delle tre influenze della natura
materiale vengono distrutti. E quando il cuore si
è così purificato, diventa possibile percepire
direttamente sia il Signore Supremo che se stessi
come esseri trascendentali.
Lo studio autorizzato delle Scritture vediche
trascendentali ci permette di comprendere
adeguatamente il significato dei doveri prescritti,
del mancato compimento di questi doveri, e delle
attività proibite. Questo difficile argomento non
può essere compreso mediante la speculazione
materiale. Le ingiunzioni dei Veda ci portano
indirettamente alla via della liberazione finale,
prescrivendo dapprima le attività religiose
interessate, proprio come un padre promette
caramelle al bambino per convincerlo a prendere
la medicina. Se una persona ignorante che non
ha vinto l'impulso dei sensi materiali evita di
seguire le regole dei Veda, certamente si
impegnerà in attività colpevoli contrarie alla
religione, in questo caso ciò che ne ricaverà sarà
soltanto il ripetersi di nascita e morte. D'altra
parte, chi esegue senza attaccamento le attività
regolate prescritte dai Veda, e offre il risultato di
questo lavoro al Signore Supremo, raggiunge la
perfetta libertà dai legami dell'azione materiale. I
risultati dell'azione materiale interessata offerti
dalle Scritture rivelate non sono il vero scopo
della conoscenza vedica, ma sono destinati a
stimolare l'interesse di chi vi si dedica. Se l'anima
condizionata adora il Signore Supremo, Hari,
seguendo le regole delle Scritture vediche, come
i tantra, si libererà presto dai legami del falso
ego.
Quando ottiene la misericordia del suo maestro
spirituale e il maestro gli rivela gli insegnamenti
delle Scritture vediche, il devoto comincerà ad
adorare Dio, la Persona Suprema, in quella
forma particolare che è più attraente per lui, e in
questo modo si libererà ben presto da ogni
legame materiale.
(Continua sul prossimo numero)















TAMBURI E BONGO SPIRITUALI

di Damodara Dasa

Adattato da Nandimukhi Devi Dasi
da Ricordando Srila Prabhupada (1998 (c) Daniel Clark).

Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami
Prabhupada, il mio maestro spirituale, interpretò i vari ruoli della sua vita dalla nascita nel 1896 fino alla morte avvenuta nel 1977. Lo conobbi negli ultimi undici anni dei suoi passatempi esemplari, ma dire lo conobbi significa andare troppo oltre. Lo guardavo. Lo ascoltavo. Parlavo con lui ed avemmo uno scambio di corrispondenza. Lo seguivo e gli ubbidivo - e gli disubbidivo. Imparavo da lui. M'inchinavo di fronte a lui e gli offrivo preghiere. Lo amavo e lo amo ancora. In questi undici anni, quella persona che conobbi prima come Swami, poi come Swamiji ed infine come Srila Prabhupada guidò la mia vita.
Il mio primo contatto con Srila Prabhupada avvenne nell'aprile del 1966. Vidi una fotografia sul New York Times con una lunga didascalia. Lo Swami, rappresentato seduto, stava dando lezioni sulla Bhagavad-gita in una soffitta sulla Bowery. La didascalia affermava che per lo Swami Dio innanzi tutto è una persona. Egli affermava che il miglior modo per realizzare Dio è la devozione - e specificatamente il canto congregazionale dei Suoi nomi. Il nome di Dio preferito dallo Swami: Krsna.
In luglio, Swami Bhaktivedanta e i suoi studenti si spostarono in un piccolo negozio sulla Seconda Avenue. Era a sette isolati a sud del mio appartamento. Spesso, per andare da un amico prendevo l'autobus verso sud, che mi portava al 26 della Seconda Avenue, dove sull'insegna della vetrina c'era scritto "Doni impareggiabili". Una sera presto le luci erano accese. Attraverso la vetrina vidi una mezza dozzina di persone sedute su delle stuoie con le spalle rivolte verso la strada. Di fronte a loro e a me, all'estremità della stanza, c'era un bagliore dorato - questo è tutto ciò che vidi all'inizio. Era lo Swami vestito di giallo.
Ero impaurito. Impaurito perché mi sentivo attratto e sapevo che cosa significava quell'attrazione. Avrei dovuto smettere di fare sesso! Avrei dovuto smettere ogni genere di cose. Ricevetti queste impressioni nei tre o quattro secondi concessimi dal veloce movimento dell'autobus.
Durante la tarda estate i seguaci della coscienza di Krsna erano il soggetto di molte conversazioni nella Lower East Side. La maggior parte dei vicini "beats" tenevano le distanze. Anch'io esitavo a varcare la porta del negozio per entrare in quell'altro mondo. Poi un giornale d'avanguardia del quartiere, l'East Village Other, pubblicò un lungo articolo su Swami Bhaktivedanta ed i suoi discepoli. C'era incluso l'annuncio che i devoti di Krsna avrebbero tenuto delle riunioni all'aperto al parco ogni domenica. Mia moglie ed io decidemmo di andarci la domenica successiva.
Era una mite giornata di sole e il parco, come al solito, era affollato da bohemien vestiti con colori sgargianti che festeggiavano il fine settimana.
Lo Swami era vestito con un tessuto tradizionale che lo avvolgeva. Era seduto a terra e percuoteva un piccolo bongo (tamburo) di legno. Il cerchio interno degli adepti conteneva alcuni discepoli che, rapiti in estasi, danzavano intorno con passi armoniosi in un cerchio di circa tre metri di diametro. Tenevano le braccia alzate come per supplicare. Intorno ai danzatori sedevano circa due dozzine di persone che, con le gambe incrociate, meditavano profondamente assorti nel suono del mantra che cantavano. Intorno a loro c'era una folla di un centinaio di persone. Costituivano un campione rappresentativo della popolazione del Lower East Side: studenti, Ukraini, Portoricani, bohemien, lavoratori salariati e ragazzini. Molti degli spettatori, con l'aiuto di volantini distribuiti da un discepolo, cantavano con gli spiritualisti esotici che erano al centro. La mia vita cambiò in quel momento. Fui catapultato in un nuovo mondo.
Lo Swami con modestia non si poneva al centro dell'attenzione, lasciando che le parole e la musica del mantra sortissero il loro effetto sacro. Dopo un po' si alzò per parlare. Ero troppo lontano per sentire tutto quello che diceva. Parlava con intensità - questo era chiaro. Volevo sentire di più.
Attesi l'incontro della sera successiva al numero 26 della Seconda Avenue. Ancora una volta, il canto che imparai, chiamato kirtana, mi appagò profondamente.
Dopo un kirtana di venti minuti circa, lo Swami parlò. Mi aspettavo un tipo sorridente, allegro, con qualche potere magico. Invece lo Swami era assolutamente serio. La sua lezione era concentrata sui peccati del sesso che criticava con vigore. Durante la fase delle domande e risposte, mostrò vivacità d'ingegno e una sorprendente sensibilità nelle risposte. Era evidente che viveva in un mondo di mistici e di santi che per lui erano del tutto reali. Nonostante la sofferenza che mi causava, ero determinato a proseguire in questo cammino e divenni un frequentatore assiduo del negozio.
L'esperienza di stare con lo Swami era inquietante. Ci spingeva a mettere in discussione le nostre convinzioni ad ogni passo. Eppure stare con lui era anche l'avvenimento più consolante e rassicurante della nostra vita. Eravamo soliti cantare sulla nostra corona di grani, pronunciando il mantra ad alta voce, nel cortile proprio sotto la finestra del suo appartamento.
Qualche volta guardava fuori e sorrideva. Stare così vicini a lui, era come essere al centro dell'universo. Non provavamo né paura, né ansietà. Era il nostro eterno protettore.



UN INSEGNANTE PERFETTO

Ti poni domande sulla sua autenticità? Un giovane presente ad una conferenza a New York lo fece. In modo scortese, con un tono di voce sarcastico, chiese a Prabhupada: "Puoi vedere Dio?"
La risposta arrivò velocemente: "Sì, ma tu mi sei d'intralcio!"
Muoveva le mani in modo sicuro e agile. Nel 1966, prima che l'Associazione avesse un tesoriere, Prabhupada teneva la misera somma delle piccole entrate nel suo borsellino con la chiusura a scatto.
Il suo discepolo Brahmananda gli chiese cinquanta cents. Prabhupada prese il borsellino lentamente, lo alzò all'altezza degli occhi con le braccia distese e, abilmente, aprì la chiusura con una mano, mentre l'altra mano, con il pollice e l'indice accoppiati come il becco di un uccello e le altre dita aperte come ali, scendeva nel borsellino. In qualche modo il becco trovò immediatamente un pezzo da cinquanta cents. Il grazioso uccellino volò fuori dal borsellino tenendolo come se fosse una moneta d'oro presa dallo scrigno del tesoro di un re e lo fece cadere nella mano di Brahmananda.
"Questa macchina per scrivere non è differente da Krsna", c'insegnava nel suo appartamento al numero 26 della Seconda Avenue e tamburellava con le dita sulla macchina di metallo grigio, che usava per battere i suoi commenti alla Bhagavad-gita. Così imparammo uno dei princìpi centrali della coscienza di Krsna: la materia usata al servizio di Dio si spiritualizza. "Quando metti un attizzatoio di ferro nel fuoco, esso diventa come il fuoco."
Tra le sue qualità spiccava il suo comportamento da perfetto gentiluomo. In previsione del suo ritorno a New York nel 1969, i devoti lavorarono duramente per preparare il suo appartamento. Quando Prabhupada salì le scale e vide le stanze attraverso la porta aperta, disse:
"Questa è la mia vecchia casa", e i nostri cuori s'intenerirono. Sapeva che noi volevamo che rimanesse lì per sempre. Non ci poteva concedere questo, ma ci dette il suo amore. In ogni momento ci conquistava nuovamente.
Se non fossi stato là con Srila Prabhupada per giorni, settimane e mesi, la mia vita non sarebbe stata altro che un insieme di momenti aridi e privi di valore. Il suono delle parole che uscivano dalla sua bocca era come un mango maturo e delizioso che faceva impazzire sempre di più. Le sue mani danzavano e vederlo benediceva i nostri occhi con una visione spirituale, per cui potevamo contemplare il regno di Dio.
Questa è la ragione per cui mi prostro davanti a lui e gli offro canti di glorificazione.

Damodara Dasa vive con sua moglie, Vajresvari Devi Dasi, a Sebastian in Florida. Lavora come specialista in mezzi di comunicazione elettronici nella locale biblioteca pubblica.















LUOGHI SPIRITUALI

ALARNATH
DIMORA DEL DESIDERIO SPIRITUALE

Questo piccolo e lontano tempio può ispirare
i più elevati sentimenti spirituali

di Bhakti Vikasa Swami

Sebbene Alarnath sia un luogo sacro poco noto, sono stato sempre affascinato dall'idea di andarci. Sri Caitanya Mahaprabhu sarebbe stato ad Alarnath nel periodo anavasara, il periodo di due settimane in cui Sri Jagannatha riposa in ritiro prima del Rathayatra (festival del carro) che si tiene ogni anno a Jagannatha Puri. Sri Caitanya Mahaprabhu non poteva sopportare di stare a Puri senza vedere il Suo amato Signore e ad Alarnath avrebbe rivelato le emozioni spirituali più struggenti ed elevate della separazione estatica.
Viaggio con un gruppo di altre cinque persone verso Bentpur, il villaggio vicino al tempio di Alarnath, a diciassette chilometri ad ovest di Puri e a circa cinque chilometri nell'entroterra. Per giungere ad Alarnath, Sri Caitanya Mahaprabhu avrebbe camminato sulla spiaggia, ma oggi la maggior parte dei pellegrini prende l'autobus.
Viaggiamo su una jeep e il percorso lungo la strada piana e tortuosa offre alla vista bei paesaggi di campi lavorati e di grandi foreste di palme da cocco. La ricca terra della pianura costiera dà sostentamento a molte persone e nel nostro viaggio di un'ora attraversiamo un certo numero di villaggi. Sono le sette del mattino e le persone si alzano per fare il bagno nei laghetti e nei fiumi come hanno fatto per migliaia di anni. Lungo la strada vediamo molti palanchini che offrono alloggio alle divinità provenienti dai villaggi della zona. Le divinità stanno andando verso Bentpur per un festival annuale che riunisce le divinità di ognuno dei cinque fratelli Pandava, i puri devoti del Signore, le cui vite costituiscono la parte centrale dell'epico Mahabharata. Secondo la tradizione locale, chiunque vede tutte e cinque le divinità in un giorno, ottiene la liberazione. Poiché i templi delle divinità si trovano ad una certa distanza l'uno dall'altro, è impossibile visitarli tutti in un giorno. In tempi passati un re una volta tentò di andarci a cavallo ma non vi riuscì. Ora una volta all'anno le cinque divinità si riuniscono a Bentpur e da tutte le parti della regione arrivano pellegrini con le divinità dei loro villaggi. Per il festival di quest'anno, che avrà luogo domani, arriveranno più di cento divinità - RadhaKrsna, Siva e altri deva.
Arriviamo a Bentpur in un tipico bazar indiano con una musica da cinema a tutto volume. E' un piccolo villaggio con alcune centinaia di case. Sebbene sia ancora presto, i commercianti stanno aprendo i loro negozietti e chioschi per vendere le loro merci: grano, spezie, stoffe, ferramenta, pentole di acciaio inossidabile e padelle - all'incirca qualsiasi cosa di cui si possa aver bisogno.



IL TEMPIO DI ALARNATH

Camminiamo per circa cento metri fino al tempio di Alarnath e ci troviamo in un ambiente tranquillo e sereno fra alberi di palma che ondeggiano dolcemente mossi dalla
brezza. Immaginiamo come doveva essere stato questo posto quando Sri Caitanya stette lì cinquecento anni fa (un tempo benedetto senza altoparlanti).
Come per il tempio di Jagannatha a Puri, gli occidentali non possono entrarvi per un incontro con la divinità di Sri Alarnath. Siccome è un tempio piuttosto piccolo, possiamo vedere la divinità dall'esterno anche se non bene. Sri Alarnath è una forma di Visnu a quattro braccia. Ai Suoi piedi si trova Garuda, il Suo portatore dal corpo di aquila, in ginocchio, con le mani congiunte in preghiera. Lo accompagnano anche le consorti di Visnu, Sri e Bhu. Il tempio contiene anche delle piccole divinità delle regine di Krsna, Rukmini e Satyabhama. Bassorilievi di Brahma e di Siva abbelliscono il soffitto di uno dei corridoi che conducono alla sala principale.

Nel tempio c'è anche una divinità di Sri Caitanya conosciuta come Sad-bhuja, o "a sei braccia", che ha come significato l'identità di Sri Caitanya Mahaprabhu con Sri Krsna e Sri Rama insieme.
Una lastra di pietra davanti alla divinità porta impresse le impronte del corpo di Sri Caitanya. Quando per la prima volta Sri Caitanya si distese di fronte a Sri Alarnath in atto di completa obbedienza, la pietra sotto a Sri Caitanya si sciolse al Suo tocco estatico.
Il governo dell'Orissa amministra il tempio e i brahmana di circa cinquanta famiglie, a turno, servono le divinità. Ogni famiglia è specializzata in un aspetto del servizio che, per tradizione, passa da una generazione all'altra. Alcune famiglie cucinano per le divinità, mentre altre offrono loro il cibo, le adorano, le adornano e così via. Appartengono al tempio circa ventisei ettari di terra, alcuni dei quali sono usati per le divinità ed alcuni per i loro servitori. Vicino al tempio di Alarnath c'è la Brahma Gaudiya Math, fondata da Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati Thakura nel 1926. Il tempio ospita le divinità di Sri Caitanya Mahaprabhu, di Sri Sri RadhaKrsna (GopiGopinatha) e una piccola divinità di Sri Alarnath. Durante gli scavi, un sacerdote del tempio di Alarnath aveva trovato la piccola divinità e l'aveva istallata nel tempio. Una notte al sacerdote capo era apparsa in sogno la divinità che gli disse di voler essere adorata da Bhaktisiddhanta Sarasvati. Il giorno seguente il sacerdote presentò la divinità a Srila Bhaktisiddhanta, che per caso si trovava al tempio della Gaudiya Math.
Srila Bhaktisiddhanta, che era nato a Puri ed amava Alarnath, disse che questo luogo equivale a Vrndavana e che quel laghetto - sulle cui rive Sri Caitanya Mahaprabhu si sarebbe riposato - equivale al Radhakunda, il più sacro dei laghi. Nel 1929 Srila Bhaktisiddhanta provvide al restauro del tempio di Alarnath e alla costruzione di una cinta muraria. Si dice che fosse così desideroso di vedere completato il lavoro, che arrotolava le sigarette per gli operai per tenerli fissi sul lavoro. Nelle nicchie delle pareti esterne del tempio mise anche le sculture di Vamana, Nrsimha e Varaha (tre incarnazioni di Sri Krsna).



LA CASA DI
RAMANANDA RAYA

Dopo la visita al tempio di Alarnath e alla Brahma Gaudiya Math, andiamo all'altro estremo del villaggio di Bentpur nel luogo di nascita di Ramananda Raya, uno dei principali associati di Sri Caitanya. Ci incontriamo con il signor P. K. Pattnaik, un discendente di Gopinatha Pattnaik, fratello di Ramananda Raya. Il signor Pattnaik e la sua famiglia ci mostrano una spada da cerimonia che apparteneva a Ramananda (un governatore) e antichi documenti governativi scritti su foglie di palma. Dalla casa dei Pattnaik, percorrendo un sentiero fangoso, troviamo un tempio di Ramananda Raya e di Sri Caitanya Mahaprabhu dedicato al loro incontro sulle rive del fiume Godavari.



UN LUOGO IMPORTANTE

Alarnath non è un luogo sacro grande e famoso e probabilmente non lo diventerà mai. Eppure i Vaisnava Gaudiya, seguaci di Sri Caitanya, lo venerano come un luogo importante dei passatempi di Sri Caitanya. Il grande maestro spirituale Vaisnava gaudiya, Bhaktivinoda Thakura cantava: gaur amar je saba sthane, karalo bhramana range, se saba sthana heribo ami, pranayibhakatasange: "Aspiro a vedere, in compagnia di devoti sinceri, tutti i posti visitati da Sri Caitanya." E Srila Prabhupada scrive: "Un devoto dovrebbe proporsi di visitare tutti i luoghi dove Sri Caitanya Mahaprabhu svolse i Suoi passatempi. Veramente i puri devoti di Sri Caitanya Mahaprabhu vogliono vedere perfino quei luoghi dove Egli trascorse solo poche ore o minuti."
Quanto è importante allora un posto dove Sri Caitanya Mahaprabhu stette ogni anno esibendo il più intenso sentimento di separazione dal Suo amato Sri Krsna!

Bhakti Vikasa Swami è nato in Inghilterra ma ha vissuto per molti anni in India. Insegna la coscienza di Krsna nel centro ISKCON a Baroda nel Gujarat.



Figure:

(nella pagina a fianco) la divinità di Alarnath decorata con del sandalo in occasione di una festività.

(sopra) L'ingresso del tempio di Alarnath, dove si recava Sri Caitanya Mahaprabhu.

(a fianco) L'autore con altri due devoti nelle foreste vicine al tempio di Alarnath.

(sotto) La divinità conosciuta con il nome di Sadbhuja, in cui sono riunite le forme di Sri Caitanya, Rama e Krsna.

(sotto, a destra) La divinità di Nrsmhadeva, posta al di fuori del tempio su indicazione di Srila Bhaktisiddhanta Sarasvati.

(a fianco) L'autore mentre impugna la spada appartenuta un tempo a Sri Ramananda Raya.

(sopra) Parte dell'edificio costruito dalla ISKCON nei pressi del tempio di Alarnath.

(sotto) Alcuni manoscritti risalenti al periodo di Ramananda Raya.







Sri Alarnath, a quattro o a due braccia?

Quando Sri Caitanya si trovò davanti alla divinità di Sri Alarnath, Egli Lo avrebbe visto
non come Visnu o Narayana, ma come
Krsna che suona il flauto. Pertanto i devoti,
seguaci di Sri Caitanya Mahaprabhu, ritengono che Alarnath sia Krsna a due braccia. L'estasi di Sri Caitanya nel vedere Sri
Alarnath in questa forma ha il suo parallelo
in un passatempo di RadhaKrsna. Una volta, mentre Krsna stava divertendosi con
Radha e le altre gopi (pastorelle) a
Vrndavana, per gioco si nascose alla loro vista. Quando le gopi, senza Radha, lo trovarono, Egli si celò mostrando la sua forma a
quattro braccia. Le gopi non Lo riconobbero e continuarono a cercarLo. Quando però
Radha Lo scoprì, Egli non poté celarsi al
Suo intenso amore e riprese la sua forma
molto attraente a due braccia come Krsna che suona il flauto, l'unico oggetto
della pura devozione di Radha.








Signore degli Alvar

Un bassorilievo sul cancello principale di Bentpur, eretto dall'ISKCON, mostra Brahma che adora Narayana.
Secondo la tradizione locale, la storia di Alarnath risale a milioni di anni fa. Nel Satya-yuga, la prima delle quattro grandi ere, Sri Narayana parlo a Brahma dal cielo, descrivendo dettagliatamente la forma di una divinità che Brahma avrebbe dovuto scolpire e adorare. "Poiché Mi hai adorato qui", disse Narayana, "Questo posto sarà conosciuto come Brahmagiri (Collina di Brahma)." Molto più tardi, Brahmagiri divenne nota come Alarnath. Il tempio attuale fu costruito circa mille e cento anni fa ed alcuni brahmana provenienti dall'India del sud eseguirono l'adorazione. Poiché appartenevano alla linea disciplica dei grandi maestri spirituali conosciuti come gli Alvar, la divinità divenne famosa come Alvarnatha ("Signore degli Alvar"), che col tempo diventò Alarnath. Oggi, il luogo è comunemente noto anche come Brahmagiri.















Srila Prabhupada parla chiaro

"Krsna è il fattore unificante"

Continuiamo a riportare il colloquio tra Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ed il poeta Allen Ginsberg che si svolse il 12 maggio 1969 a Columbus, in Ohio.

Allen Ginsberg: Quale sviluppo può avere il movimento per la coscienza di Krsna od un qualsiasi altro movimento religioso aldilà di centri di studio specializzati? Perché in America c'è bisogno di un solo grande movimento religioso unificante.
Srila Prabhupada: Si. Per questo c'è Krsna - il supremamente attraente. Ora tu devi scoprire il più possibile su di Lui. Naturalmente tu puoi dire, _Perché dovrei accettare Krsna?" Puoi dire così, ma la tua prima domanda è come trovare il vero fattore unificante. Per questo ti dico, _C'è Krsna." Ora possiamo andare avanti nell'analisi.
Tu puoi chiedere, "Perché dovremmo accettare Krsna?" Allora ti risponderò: "Perché no?"
Innanzi tutto, che cosa ti aspetti dall'Essere Supremo o perfetto fattore unificante? Tutto c'e in Krsna. Ricchezza - Krsna. Bellezza - Krsna. Saggezza Krsna. Fama - Krsna. Rinuncia - Krsna. Forza - Krsna. Troverai tutto in Krsna. Qualunque cosa tu voglia, la troverai in Krsna. Egli è il fattore unificante, il centro. E di questo ti persuaderò. Krsna è il fattore unificante, veramente. Nella Bhagavadgita Egli dice, mama vatmanuvartante manusyah partha sarvasah: "Tutti cercano di raggiungerMi." Tutti cercano di tornare da Krsna. Poi Egli aggiunge, ye yatha mam prapadyante: Alcuni non Mi realizzano direttamente, ma indirettamente, attraverso le mie varie energie. Eppure tutti cercano di tornare a Me."
Stiamo parlando di Krsna come del supremo fattore unificante. Per quanto riguarda il suo potere unificante, Egli si rivolge, con le sue varie manifestazioni, a tutti i tipi di ricercatori della verità. Essenzialmente ci sono tre tipi di ricercatori della verità: gli speculatori mentali, coloro che si dedicano alla meditazione o yogi e i devoti. Gli speculatori mentali cercano di capire la Verità Assoluta in un modo impersonale, senza una forma personale. Coloro che praticano la meditazione o yogi cercano di trovare Krsna nel loro cuore. Infine i devoti cercano di trovare la Verità Assoluta attraverso l'attività personale, attraverso lo scambio reciproco del servizio d'amore. Ora, tutte queste tre manifestazioni - onnipervadenza impersonale, presenza personale nel cuore e reciprocazione personale attiva - si trovano in Krsna. Lo SrimadBhagavatam afferma che l'unico compito degli esseri umani è ricercare questa Verità Assoluta.
Ora, nel secondo capitolo del Bhagavatam è spiegata e analizzata questa Verità Assoluta. Vadanti tat tattvavidas tattvam yaj jnanam advayam. Per prima cosa, la Verità Assoluta deve essere un'entità. La Verità Assoluta non può essere due entità differenti. Due entità differenti significherebbero verità relative. No, la Verità Assoluta deve essere una. Perciò la conoscenza della Verità Assoluta è unica. Vadanti tat tattvavidas. Tattvavidas significa: "Coloro che conoscono la Verità Assoluta", e il verso continua per dire che tali persone confermano che la Verità Assoluta è una sola.
Viene però realizzata in tre fasi. Brahmeti paramtmeti bhagavan iti sabdyate. Brahman significa la Sua onnipervadenza impersonale, attraverso le sue effulgenti energie; Paramatma o Anima Suprema significa la Sua presenza personale nel cuore e Bhagavan significa la Sua chiara presenza personale come Suprema Personalità di Dio. Per cui ci sono differenti livelli di realizzazione.
Per esempio, tu devi attraversare vari livelli per realizzare il sole. Nel primo realizzi l'impersonale effulgenza del sole in tutto il cielo. Quell'effulgenza però non è più importante del globo solare - poiché è dal globo solare che proviene quell'effulgenza. Per cui chiunque capirà: "Questo splendore del sole non è importante quanto il globo solare." E se ti avvicini al globo solare e vi penetri - se hai realmente il potere scientifico di penetrare nel globo solare - allora là troverai il Dio del sole. Questa informazione è tratta dalla Bhagavad-gita. Imam vivasvate yogam proktavan aham avyayam. Krsna dice: "Insegnai questa scienza della realizzazione di Dio a Vivasvan, il Dio del sole per primo." Perciò, dietro allo splendore del sole e al globo solare c'è una persona. E perché no una persona? La nostra immaginazione non è la verità ultima. Dobbiamo prendere le nostre informazioni da Krsna ed Egli spiega che dietro queste altre manifestazioni c'è una persona, il Dio del sole. Così, per quanto riguarda la realizzazione del sole, c'è una persona - seduta là. Ora, se consideriamo questi differenti livelli attraverso cui si passa per realizzare il sole - splendore, globo solare e Dio del sole - qual è il più importante? Qual è il più importante?
Allen Ginsberg: La persona, il globo o lo splendore?
Srila Prabhupada: Sì.
Allen Ginsberg (ridendo): Non lo so.
Srila Prabhupada: Perché non lo sai? Non sai dire qual è la più importante di queste tre manifestazioni? Lo splendore, il globo solare e, dentro il globo solare, il Dio del sole. Allora, qual è la più importante?
Allen Ginsberg: Se possiamo intendere questo in termini di persona, la persona.
Srila Prabhupada: Sì.
Allen Ginsberg: Ma se possiamo capirlo solo in termini di globo, allora il globo.
Srila Prabhupada: Allora questo significa che la tua realizzazione personale può estendersi solo fino al globo, ma questa realizzazione non è completa.
Allen Ginsberg: Sì.
Srila Prabhupada: Questa realizzazione non è completa.
Devi andare oltre. Come impariamo dalle Upanisad, dovremmo pregare: "O Signore, ritrai la tua effulgenza, in modo che possa vedere il Tuo vero volto." La Sri Isopanisad dice questo. Lo vedrai nella Sri Isopanisad. L'autore, Srila Vyasadeva, dice: _Per favore, solleva questa Tua effulgenza abbagliante, in modo che possa vedere il Tuo vero volto."
Allora il vero volto del Signore è là. E nella Bhagavadgita Krsna dice: brahmano hi pratisthaham _Questa effulgenza impersonale del Brahman riposa sulla Mia esistenza personale." E la Brahmasamhita dice:

yasya prabha prabhavato jagadandakoti-kotisv
asesavasudhadi vibhutibhinnam
tad brahma niskalam anantam asesabhutam
govindam adipurusam tam aham bhajami

_Adoro Govinda, il Signore primordiale, che è molto potente. Il Brahman impersonale è semplicemente l'abbagliante effulgenza della Sua forma trascendentale." E così via. Così quest'effulgenza del Brahman non è nient'altro che l'effulgenza che emana dal corpo di Krsna. Vedi, il corpo di Krsna emana una potentissima effulgenza e, all'interno dell'effulgenza del Suo corpo, si manifesta tutta la creazione. Proprio come tutti questi pianeti si muovono all'interno dello splendore del sole e tutta questa vegetazione cresce - ogni cosa che esiste è all'interno dello splendore del sole - così, nello stesso modo, sarvam khalv idam brahma: Ogni cosa che esiste è all'interno del brahmajyoti, effulgenza di Krsna. E nella Bhagavad-gita Krsna afferma, maya tatam idam sarvam jagad avyaktamurtina: _Questa parte impersonale dell'intera manifestazione - sono Io." Matsthani sarvabhutani: "Tutto ciò che esiste è dentro di Me." Ma na caham tesv avasthitah: "Eppure non sono presente direttamente là."
Pertanto dobbiamo studiare ogni cosa con intelligenza. Io voglio che alcuni Americani intelligenti studino questa grande scienza per condividerla con il mondo intero. Allora tutto andrà bene.















GLI INSEGNAMENTI
DI SRI CAITANYA
A RUPA GOSVAMI

Il Signore Caitanya chiarisce, tra le altre cose, l'origine e l'evoluzione delle specie.

di Mathuresa Dasa

Rupa Gosvami e suo fratello Sanatana Gosvami hanno rinunciato alle loro cariche ministeriali nel governo musulmano del Bengala del sedicesimo secolo, avendo deciso di dedicare la loro vita alla missione del Signore Caitanya Mahaprabhu. Seguiamo Rupa Gosvami mentre viaggia per incontrare il Signore Caitanya ad Allahabad ed è allora che apprende da Lui la scienza della coscienza di Krsna.

Dopo aver donato le proprie ricchezze a Bakla Chandradvipa nel distretto di Yashohara in Bengala, dove lui ed i suoi fratelli erano cresciuti, Rupa Gosvami inviò due messaggeri a Jagannatha Puri per sapere quando il Signore Caitanya Mahaprabhu aveva deciso di partire per Vrndavana.
Mentre i messaggeri ritornavano per informare Rupa che il Signore era già partito per Vrndavana attraverso la foresta del Madhya Pradesh, Sanatana, il fratello maggiore di Rupa fu imprigionato dal Nawab (il governatore). Rupa inviò una lettera a Sanatana per informarlo dove si trovava il Signore Caitanya e per incoraggiarlo a riscattare la propria libertà, pagando diecimila monete d'oro depositate presso un'impresa locale. Rupa scrisse che stava partendo con il loro fratello minore Anupama per unirsi al Signore Caitanya.
Rupa incitò Sanatana: _Devi liberarti, in un modo o nell'altro, e venire ad incontrarci a Vrndavana."
Vrndavana è situata nel centro nord dell'India, a circa cento sessanta chilometri a sud dell'attuale Delhi. Sia il Signore Caitanya che Rupa Gosvami viaggiavano a piedi provenendo dalla parte orientale del subcontinente indiano, il Signore Caitanya da Puri sulla baia del Bengala, Rupa Gosvami da un'area del Bengala che oggigiorno si trova a un giorno di macchina a nordest di Puri. Il Signore Caitanya, si avvantaggiò, mettendosi in viaggio nei primi giorni d'autunno del 1513, accompagnato da un aiutante. Partendo tardi, di notte, per non essere notato, il Signore evitò le strade pubbliche più battute, passò a sud dell'attuale Cuttack e s'incamminò per un sentiero della foresta. Dopo tanto viaggiare, si fermò brevemente a Varanasi sulla riva del Gange, poi si spostò verso Prayaga, vicino ad Allahabad, ed infine giunse a Vrndavana.
Dopo il soggiorno a Vrndavana, quando il Signore Caitanya Mahaprabhu tornò a Prayaga nel febbraio del 1514, Rupa e Anupama, avendo seguito il corso del Gange dal Bengala, raggiunsero il Signore.
Quando Rupa e Anupama arrivarono, il Signore Caitanya stava andando a visitare il tempio di Bindu Madhava a Prayaga, seguito da centinaia e migliaia di persone desiderose d'incontrarLo. Mentre il Signore procedeva cantando forte Hare Krsna e danzando, le persone che Lo seguivano ridevano gioiosamente, danzavano e cantavano con Lui, creando un frastuono estatico.
I fratelli guardavano quella scena meravigliosa da un posto poco affollato e più tardi andarono ad incontrare il Signore a casa di un brahmana. Il Signore Caitanya, vedendo Rupa ed Anupama che s'inchinavano davanti a Lui ad una certa distanza, dette loro il benvenuto e li abbracciò. I fratelli rivolsero al Signore molte preghiere che si conclusero con: "O incarnazione più generosa! Tu sei Krsna stesso apparso come Sri Krsna Caitanya Mahaprabhu. Tu hai assunto il colore dorato di Srimati Radharani e stai diffondendo il puro amore per Krsna. Ti offriamo i nostri rispettosi omaggi."
Come Sri Krsna Caitanya Mahaprabhu, Krsna adotta lo stato d'animo della Sua più grande devota, Srimati Radharani, per capire e gustare i Suoi sentimenti verso di Lui ed insegnare con il Suo esempio l'elevata posizione del servizio devozionale.
Desideroso d'imparare dal Signore, Rupa Gosvami Lo seguì e stette con Lui ovunque si spostasse intorno a Prayaga. Per evitare la folla, Sri Caitanya Mahaprabhu andò a Dashashvamedha Ghat sulla riva del Gange dove istruì Rupa Gosvami per dieci giorni sulla scienza del servizio devozionale.



LA VITA E' OVUNQUE

Sri Caitanya Mahaprabhu iniziò: "Mio caro Rupa, la scienza del servizio devozionale a Krsna è come un grande oceano di nettare. E' impossibile mostrarti questo oceano per intero, ma per darti un'idea della sua lunghezza e della sua ampiezza, tenterò di descriverne appena una goccia."
Il Signore Caitanya informò Rupa Gosvami che l'universo è popolato da un numero infinito di esseri viventi sotto forma di 8.400.000 specie di vita. Il Visnu Purana conferma l'affermazione del Signore, specificando che ci sono 900.000 specie acquatiche, 2.000.000 di specie di piante ed alberi, 1.100.000 di specie d'insetti e di rettili, 1.000.000 di specie di uccelli, 3.000.000 di specie di animali a quattro zampe e 400.000 specie di esseri umani. Queste 8.400.000 specie non sono tutte presenti sulla terra ma sono sparse in tutto l'universo, poiché ogni pianeta è abitato. Come su questo pianeta le creature viventi hanno corpi adatti a vivere sulla terra o nell'acqua, al caldo tropicale o al freddo polare, così in tutto l'universo i corpi degli esseri viventi sono adatti ai pianeti in cui risiedono.
Secondo la Bhagavad-gita, formano l'universo cinque categorie di elementi materiali: terra, acqua, fuoco, aria ed etere (o spazio). Poiché troviamo esseri viventi in tutto il pianeta, in tutti i tipi di elementi, non c'è alcuna logica nel negare l'affermazione della letteratura vedica che vi sono esseri viventi in tutti i pianeti dell'universo, qualunque sia la combinazione degli elementi in un particolare pianeta. Noi, esseri umani, sulla terra siamo come una colonia di formiche che occupa un punto minuscolo su un vasto continente. Possediamo una modesta capacità di capire da soli l'estensione della vita nell'universo. Dobbiamo prendere rifugio nel Signore e nei testi vedici per capire che quello che a noi può apparire uno spazio desolato, in realtà è un universo brulicante di varietà di vite umane e non umane.
I nostri corpi possono non sopravvivere ovunque nell'universo, ma altri corpi sì ed in ogni caso l'essere vivente è soltanto il proprietario di un particolare corpo, non il corpo stesso. L'essere vivente è una particella individuale spirituale indistruttibile posta nel corpo come autista della macchina del corpo.
"La dimensione dell'essere vivente è un decimillesimo della dimensione della punta di un capello", continuò il Signore Caitanya. Il Signore citò un commento sullo SrimadBhagavatam: "Se dividiamo la punta di un capello in cento parti e poi prendiamo una di queste e la dividiamo ancora in cento parti, questa piccolissima particella è la dimensione di uno solo degli innumerevoli esseri viventi. Essi sono particelle di spirito, non di materia."
Come il sole diffonde la sua luce in tutto il cielo, così il minuscolo essere vivente espande la sua coscienza in tutto quel corpo particolare. Nella Bhagavad-gita Sri Krsna afferma che gli innumerevoli esseri viventi dell'universo intero sono Suoi frammenti eterni. Egli è lo spirito supremo, onnipervadente e noi siamo minuscole particelle spirituali della Sua stessa qualità. Se fossimo uguali a Dio sotto ogni aspetto - se fossimo onnipervadenti e onnipotenti - non ci sarebbe motivo di essere imprigionati come siamo negli elementi materiali, costretti a combattere contro la natura materiale. Quando smettiamo di cercare di essere padroni dell'universo e ci sottomettiamo come servitori del Signore Supremo, la natura materiale comincia a lasciarci liberi dalla dura battaglia per l'esistenza e diventiamo felici.



EVOLUZIONE
DELLA COSCIENZA

Negli 8.000.000 di specie di vita inferiori alle specie umane, c'è un'evoluzione non dei corpi o delle specie, come dicono i seguaci di Darwin, ma della coscienza delle minuscole particelle spirituali. Alla creazione dell'universo, Krsna crea tutte le 8.400.000 specie per sistemare 8.400.000 varietà di desideri e qualifiche delle minute scintille spirituali che Lo vogliono imitare come Dio. Dalle specie di piante ed alberi in cui la coscienza è molto coperta e debole, attraverso milioni di specie di uccelli e quadrupedi, la natura materiale ci trasporta in su automaticamente mentre trasmigriamo da un corpo all'altro, da un pianeta all'altro, nel ciclo di nascite e morti ripetute. La coscienza emerge gradualmente dalla copertura della materia, finché, raggiunta la forma umana, abbiamo la possibilità di porci domande sulla nostra esistenza: Chi sono io? Perché sto soffrendo? Cos'è l'universo? Che cos'è la vita?
Questo essere umano che si pone delle domande è solo una minuscola porzione della popolazione dell'universo. Il Signore Caitanya spiega a Rupa Gosvami che le forme di vita possono essere divise in due gruppi: quelle che possono muoversi e quelle che non possono. Gli alberi e le piante sono esseri viventi immobili, mentre le specie acquatiche, gli uccelli e gli animali si muovono nell'acqua, nell'aria e sulla terra. Fra milioni e trilioni di esseri viventi che si muovono sulla terra, gli esseri umani sono una parte numericamente minuscola. Eppure in questa piccola comunità umana, la maggior parte dei componenti ignorano del tutto la vita spirituale e non hanno fede nell'esistenza della Suprema Personalità di Dio. Tra questi pochi che hanno fede in Dio e nelle scritture, almeno una metà pratica la religione in modo poco sincero impegnandosi in ogni genere di attività contrarie ai principi religiosi e perfino contro le basilari regole morali. Le attività di coloro che non hanno fede e di coloro che praticano in modo poco sincero, a volte si degradano al punto da somigliare completamente a quelle degli animali o peggio, e questi esseri viventi, con la coscienza nuovamente coperta per loro stessa volontà, nelle prossime vite scendono di nuovo nelle più basse specie per iniziare nuovamente il ciclo dell'evoluzione.
Al disopra di coloro che praticano con poca sincerità, tra quelli che seguono i principi religiosi sinceramente, la maggior parte cerca di trarre profitto dalle pratiche pie. Di queste persone si dice che operano in vista di un interesse, poiché vogliono godere dei risultati o dei frutti delle loro buone azioni. Vogliono qualcosa in cambio della loro devozione: ricchezza, fama, una vita confortevole per sé e per coloro che amano sia qui sia in cielo. Fra milioni di persone che operano per interesse, uno solo sarà abbastanza saggio da capire che, per quanto grandi possano essere i risultati della pratica religiosa, dovrà continuare a soffrire la nascita e la morte nell'universo materiale senza che l'anima possa trarne alcuna vera soddisfazione.
Queste rare persone sagge hanno un'iniziale comprensione di essere entità spirituali eterne e non materia e desiderano la liberazione dalle sofferenze materiali per fondersi nell'esistenza spirituale eterna. Con la loro conoscenza rudimentale, questi spiritualisti sono inclini al monismo o a fondersi con la Verità Assoluta. C'è un'eterna distinzione fra noi stessi, la nostra conoscenza della Verità Assoluta e la Verità Assoluta stessa. Il monista fa dei tentativi inutili per risolvere questa distinzione in favore dell'unicità, poi ricade nella frustrazione delle attività svolte per il piacere materiale.
Fra milioni di persone sagge, Sri Caitanya Mahaprabhu ha rivelato a Rupa Gosvami, che è difficile trovarne una che abbia evitato la trappola del monismo per diventare un puro devoto di Krsna, la Suprema Personalità di Dio e origine dell'esistenza materiale e spirituale.
Una qualità primaria del puro devoto è che essi sono pacifici, non sono agitati dal desiderio del piacere materiale o da quello di fondersi nel Supremo. Essi desiderano solo di servire Krsna. Dipendendo da Krsna come un bambino dipende dai suoi genitori, senza aspettarsi aiuto ma sempre sentendosi protetto, il devoto è privo di desideri personali.



LA PIANTA RAMPICANTE DELLA DEVOZIONE

La piattaforma della devozione senza desideri, il punto più alto dell'evoluzione, è il dono di Krsna e dei Suoi devoti. Il Signore Caitanya ha insegnato a Rupa Gosvami che un essere vivente, dopo aver vagato nel ciclo evolutivo da pianeta a pianeta in tutto l'universo, da forme di vita animale e vegetale su fino al livello della saggezza umana e di nuovo giù molte e molte volte, questo essere per fortuna incontra un autentico maestro spirituale per grazia di Krsna. Krsna è situato nel cuore di ognuno e quando Egli vede che l'essere vivente desidera tornare da Lui, invia il Suo rappresentante autorizzato per dargli istruzioni sul servizio devozionale. Il Supremo può essere conosciuto soltanto attraverso il servizio devozionale praticato sotto la guida di un esperto devoto autorizzato. Per la misericordia di Krsna si incontra un maestro spirituale autentico e per la misericordia del maestro spirituale si ottiene Krsna.
Caitanya Mahaprabhu paragonava il servizio devozionale ad una vite o pianta rampicante. Praticare sotto la guida del maestro spirituale i metodi e le regole del servizio devozionale è il seme di questa pianta rampicante. Quando ci si associa con i devoti, si ascolta il maestro spirituale di un devoto e si canta il mantra Hare Krsna, nel cuore nasce il seme della devozione. Quando si annaffia la pianta rampicante della devozione servendo fedelmente il maestro spirituale e ascoltandolo parlare di Krsna, il rampicante cresce così vigoroso che esce dall'universo materiale ed entra nel cielo spirituale, raggiungendo i pianeti del regno trascendentale di Dio. Sul pianeta spirituale più elevato il rampicante prende rifugio ai piedi di loto di Krsna e produce frutti pieni d'amore per Dio.
Seduto con Rupa Gosvami sulla riva del Gange a Dasashvamedha Ghat, il Signore Caitanya descrive dettagliatamente come, annaffiandola, curandola e proteggendola, la pianta rampicante della devozione dell'essere vivente, continua ad espandersi nel mondo spirituale. Dopo aver superato il cielo materiale, grazie all'evoluzione della coscienza nelle 8.400.000 specie, l'essere vivente subisce una gioiosa evoluzione trascendentale attraverso le varie fasi estatiche dell'amore per Dio.



UN OCEANO DI NETTARE

Dopo queste istruzioni dettagliate, il Signore Caitanya concluse: "Mio caro Rupa, ho dato semplicemente una descrizione generale della scienza della devozione. Tu considera come adattarla e diffonderla basandoti su di essa. Quando una persona pensa costantemente a Krsna, può raggiungere la riva dell'oceano dell'amore trascendentale per la misericordia di Sri Krsna."
Rupa Gosvami, per la misericordia di Sri Caitanya Mahaprabhu, assimilò le Sue elaborate descrizioni dell'amore trascendentale e ventotto anni dopo, nel 1542, completò la sua opera definitiva sull'evoluzione spirituale intitolata Bhaktirasamrtasindhu o "L'oceano di Nettare del Servizio di Devozione". Questa grande opera rimase poco nota ed ancor meno compresa, in India e in occidente, finché Sua Divina Grazia A.C. Bhaktivedanta Swami Prabhupada ne pubblicò uno studio riassuntivo nel 1970 intitolato Il Nettare della Devozione.
Il mattino seguente, dopo aver completato i suoi insegnamenti a Rupa Gosvami, il Signore Caitanya si alzò e si preparò a lasciare Prayaga per tornare nella città di Varanasi. Rupa Gosvami Lo supplicò di permettergli di andare con Lui, ma il Signore gli ordinò di proseguire per Vrndavana.
"In seguito", il Signore promise, "potrai andare da Vrndavana a Jagannatha Puri passando dal Bengala ed incontrarMi di nuovo."
Profondamente depresso per la perdita della compagnia del Signore, ma desideroso di compiere la Sua missione, Rupa Gosvami rimase a guardare Sri Caitanya Mahaprabhu mentre saliva a bordo della barca che Lo avrebbe portato a Varanasi.
Mentre Rupa ed Anupama riprendevano il loro viaggio verso Vrndavana ed il Signore Caitanya viaggiava lungo il Gange verso Varanasi, anche Sanatana Gosvami, fuggito dalla prigione in Bengala, stava avvicinandosi a Varanasi.

Mathuresa Dasa, discepolo di Srila Prabhupada, ha scritto molti articoli per Ritorno a Krsna ed altre pubblicazioni. Vive con sua moglie e i suoi quattro figli ad Alachua in Florida.















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Calendario Vaisnava

Festività, Ricorrenze, Celebrazioni

Anno 2000 - Gaurabda 514

Mese di Trivikrama

Dal 19 Maggio al 16 Giugno

11 Giugno. Domenica: scomparsa di Sri Baladeva Vidyabhusana, apparizione di Srimati Gangamata Gosvamini.
12 Giugno. Lunedì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
13 Giugno. Martedì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:12 alle 10:14.
16 Giugno. Venerdì: Snana Yatra, il festival del bagno di Sri Jagannatha, apparizione di Sri Mukunda Datta.



Mese di Vamana

Dal 17 Giugno al 16 Luglio

17 Giugno. Sabato: Scomparsa di Sri Syamananda Prabhu.
27 Giugno. Martedì scomparsa di Sri Srivasa Pandita.
28 Giugno. Mercoledì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
29 Giugno. Giovedì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:15 alle 06:56.
1 Luglio. Sabato: scomparsa di Sri Gadadhara Pandita, scomparsa di Srila Bhaktivinoda Thakura, digiuno fino a mezzogiorno.
2 Luglio. Domenica: Gundica Marjana, il festival della pulizia del tempio di Gundica.
3 Luglio. Lunedì: Ratha Yatra il festival dei carri, scomparsa di Sri Svarupa Damodara Gosvami.
12 Luglio. Mercoledì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
13 Luglio. Giovedì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:17 alle 07:30.
16 Luglio. Domenica: Purnima, scomparsa di Srila Sanatana Gosvami, inizia il primo mese di Caturmasya che prevede il digiuno di spinaci e altri vegetali a foglia verde.



Mese di Sridhara

Dal 17 Luglio al 16 Agosto

21 Luglio. Venerdì: scomparsa di Srila Gopala Bhatta Gosvami.
24 Luglio. Lunedì: scomparsa di Srila Lokanatha Gosvami.
25 Luglio. Martedì: fondazione della ISKCON in New York nel 1966.
27 Luglio. Giovedì: Ekadasi, digiuno di legumi e cereali.
28 Luglio. Venerdì: Dvadasi, si interrompe il digiuno dalle 06:18 alle 10:20.















Festa della Domenica

Tutte le domeniche dell'anno, dalle prime ore del pomeriggio, siete invitati ad una splendida festa!

La festa sarà animata da conferenze, danze e canti trascendentali.

Sarà l'occasione per conoscere l'antica saggezza dell'India.

Inoltre potrete gradire le succulente specialità vegetariane che vi saranno offerte durante il banchetto della serata.



Tempi principali:

Bergamo - Villaggio Hare Krishna,
(da Medolago strada per Terno d'Isola)
24040  Chignolo d'Isola (BG)
Tel. 035/4940706

Firenze - Villa Vrndavana,
via Scopeti, 108  50026  San Casciano in Val di Pesa (FI)
Tel. 055/820054

Vicenza - Prabhupada Desh,
via Roma, 9 - 36020 Albettone (VI)  Tel. 0444/790573



Centri Culturali:

Asti - Frazione Valle Reale, 20
14018  Roatto, (AT)  Tel. 0141/938406

Milano - Centro Culturale Govinda,
via Valpetrosa, 5  20123 Milano  Tel. 02/862417

Padova - Centro Culturale Hare Krishna,
Corso del Popolo, 1  35131 Padova  Tel. 049/8751219

Roma - Centro Culturale Govinda, via S. Maria del Pianto, 15/17  00186 Roma  Tel. 06/68891540Radio Krsna Centrale
Via Scopeti, 106 - 50026 - San Casciano in Val di Pesa (FI) - Tel. 055/820054
e-mail: rkcfi@radiokrishna.com
http://www.radiokrishna.com



Sito ISKCON Italia
http://www.hkitaly.it/harekrsna/













Fine del numero di maggio-giugno 2000.